HOMO,  Festival dei Diritti, delle Culture e dei Popoli

E’ una iniziativa che è il proseguimento e lo sviluppo della Giornata Onu dei Popoli Indigeni, che la associazione Omnibus Omnes ha già celebrato sin dal 2015. “Il significato profondo di questa manifestazione è che non esiste un NOI e un LORO in fatto di diritti umani: ciò che succede a un popolo, prima o poi può succedere a un altro”, dice la Presidente Omnibus Raffaella Milandri, che continua: “In termini di libertà, identità e diritti abbiamo visto in poco tempo e in diverse parti del mondo alcuni Governi osteggiare, e la Polizia caricare con idranti, Nativi Americani, manifestanti pugliesi contro la TAP, i votanti per la autonomia della Catalogna, e altri ancora. Qualcosa sta cambiando e i nostri diritti alla identità e alla terra sono a serio rischio di fronte alla globalizzazione: noi siamo un nulla da calpestare di fronte ai grandi meccanismi del potere e ai mostruosi ingranaggi che producono denaro. Il XXI° secolo ci sta traghettando verso grandi incognite in termini di diritti umani”. La prima edizione di HOMO, Festival dei Diritti, delle Culture e dei Popoli, è stata dedicata ai Boscimani del Kalahari, un popolo che alla fine degli anni ‘90, a fronte della scoperta di diamanti e altre risorse del sottosuolo sulle proprie terre, è stato deportato e discriminato oltre l’inverosimile, e che rischia la estinzione. Un tragico esempio della lontana Africa, ma ormai nulla è lontano in fatto di violenza e di diritti umani. La seconda edizione è stata dedicata ai Nativi Americani. La terza edizione, col patrocinio UNESCO, si è svolta con la presentazione del Lessico Lakota, il primo dizionario Italiano-Lakota mai realizzato: una iniziativa per la salvaguardia delle Lingue Indigene in estinzione.  La quarta edizione ha avuto come ospite il famoso poeta e attivista Cheyenne Lance Henson.

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Raffaella Milandri con donne Boscimani nel Deserto del Kalahari

 

 

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